Nel 1986, pubblicò un suo libro, L’Orologiaio Cieco, dove cercò di persuadere i lettori che le complesse caratteristiche degli esseri viventi fossero il risultato della selezione naturale. I suoi tentativi si basavano per lo più su illazioni, confronti imperfetti e calcoli errati, tutti poi dimostrati da vari scienziati e autori.66
Una delle argomentazioni di Darwin verteva sulle caratteristiche “difettose” o “cattive” degli esseri viventi. Egli affermò che certe strutture in alcune creature erano inutili e, pertanto, difettose, ignorando volutamente che una creazioneperfetta regna invece nel mondo. L’esempio più calzante, per lui, era l’inversione della retina negli occhi dei vertebrati, compresi gli esseri umani.
Nel suo libro del 1986 dal titolo “The Blind Watchmaker [L’orologiaio cieco]," l’ateista Richard Dawkins fa riferimento alle presunte “imperfette caratteristiche” in natura. Si scoprì più avanti che questa sua argomentazione era dovuta ad ignoranza. |
I darwinisti ritengono che l’inversione della retina, e il punto cieco, siano dei difetti; e che è ovvio aspettarsi tali stranezze, dato che l’occhio si è formato, nel tempo, per selezione naturale. Come già detto prima, Richard Dawkins è il noto sostenitore di questo argomento. Nel suo libro L’Orologiaio Cieco, egli scrive:
Uno scienziato che spiega dettagliatamente questo argomento è il biologo molecolare Michael Denton della University of Otago, che è anche uno dei più importanti critici del darwinismo di oggi. Nell’articolo "The Inverted Retina: Maladaption or Pre-adaptation? [La retina invertita: maladattamento o preadattamento?]", pubblicato sulla rivista Origins and Design, egli illustra come la retina invertita, che Dawkins presentava come difetto, sia stata invece creata nel modo più efficiente possibile per l’occhio dei vertebrati:
Michael Denton, professore di biologia |
Per poter reggere questa alta frequenza metabolica, naturalmente, le cellule della retina di un essere umano hanno bisogno di una grande quantità di energia. Queste cellule hanno bisogno del 150% dell’ossigeno consumato dalle cellule renali, tre volte quello delle cellule della corteccia cerebrale, e sei volte quello del muscolo cardiaco. Questo confronto, inoltre, è fatto sulla base dell’intero strato retinale. Ma le cellule fotorecettrici, che costituiscono meno della metà di tale strato, in effetti hanno bisogno di più energia di quanto di norma serva all’intero strato. Nella sua opera enciclopedica, The Vertebrate Eye ]l’occhio dei vertebrati], G. L. Walls, descrive i fotorecettori come “ingordi” sia di nutrienti che di ossigeno.70
Ma come fanno, allora, queste cellule che ci permettono di vedere, a soddisfare il loro straordinario bisogno di nutrimento e di ossigeno?
Per mezzo del sangue, naturalmente, come succede nel resto del corpo.
La retina trasforma l’immagine in segnali neurali. Le vene nella cavità ottica nutrono la retina. Il nervo ottico connette l’occhio al cervello. La cornea aiuta la messa a fuoco della luce. Il cristallino mette a fuoco l’immagine. La sclera è un saldo strato, biancastro, che copre il bulbo oculare. La luce penetra attraverso l’apertura della pupilla. I muscoli dell’iride controllano la quantità di luce che può penetrare. L’occhio, una delle manifestazioni della Creazione superiore di Dio, è stato creato in modo che permetta il suo funzionamento nella maniera più efficiente. |
È a questo punto, che ci si accorge che la retina invertita è un segno perfetto della Creazione. Proprio all’esterno dello strato retinale si trova un importante tessuto di vene che lo racchiudono come in una rete. Denton scrive:
È per questa ragione che i fotorecettori sono “invertiti”. Vi è chiaramente un strategia in tutto questo. La disposizione invertita della retina non è uno sbaglio, come riteneva Dawkins, ma è la prova della Creazione per uno scopo specifico.
In un articolo di grande interesse , Denton si domanda se fosse possibile una formazione diversa della retina. E arriva alla conclusione che non sarebbe stato possibile. L’ipotesi di Dawkins che la retina avrebbe dovuto essere piatta, con le cellule recettrici dirette verso la luce, avrebbe in realtà distanziato quest’ultime dai capillari che le nutrono, privandole in gran misura dei nutrimenti e dell’ossigeno ad esse necessari. Neanche l’estensione dei capillari all’interno della retina avrebbe risolto il problema, perché ciò avrebbe prodotto molti punti ciechi, riducendo così la capacità visiva dell’occhio.
Denton commenta:
In realtà, nella storia del darwinismo vi sono stati molti altri ragionamenti causati dall’ignoranza.
Uno di questi è il mito degli organi “vestigiali”.
Molte persone avranno letto di questi organi vestigiali, dato che, sin dai tempi di Darwin, hanno fatto parte del materiale propagandistico più usato dagli evoluzionisti.
Il mito iniziò con il libro L’origine delle specie, dove vengono menzionati gli organi le cui funzioni sono cessate o ridotte. Darwin descrisse questi organi come “rudimentali” e li paragonò a “le lettere che ancora fanno parte di una parola, ma sono inutili ai fini della pronunzia della parola stessa”.74 Nel 1895, l’anatomista tedesco R. Wiedersheim stilò una lista di circa 100 “organi vestigiali”, includendovi l’appendice e l’osso della coda.
A causa del livello primitivo della scienza nel XIX secolo, si pensava che l’appendice fosse un organo senza una precisa funzione, e pertanto un organo “vestigiale”. |
Un esame microscopico dell’appendice, dimostra che questa contiene una considerevole quantità di tessuto linfoide. Accumuli simili di tessuto linfoide (noto come tessuto linfoide associato all’intestino, GALT) si trovano anche in altre zone del sistema gastrointestinale. I GALT contribuiscono in parte all’abilità del corpo umano di riconoscere antigeni esterni nel materiale ingerito. La mia stessa ricerca, in particolare, è concentrata sull’esame delle funzioni immunologiche dell’intestino.
Esperimenti condotti su dei conigli dimostrano che l’appendicectomia neonatale pregiudica lo sviluppo dell’immunità mucosale. Studi morfologici e funzionali dell’appendice dei conigli indicano che è probabilmente l’equivalente della borsa avicola, nei mammiferi. La borsa avicola ha un ruolo importante nello sviluppo dell’immunità umorale negli uccelli. La similarità istologica e immunoistochimica dell’appendice del coniglio e dell’uomo, suggeriscono che l’appendice umana abbia una funzione simile all’appendice del coniglio. L’appendice umana potrebbe avere un importante ruolo nelle prime fasi della vita, dato che raggiunge il suo massimo sviluppo poco dopo la nascita, per poi regredire nelle dimensioni con l’avanzare dell’età, fino a somigliare ad altre zone del GALT, come le chiazze di Peyer nell’intestino tenue. Questi studi recenti dimostrano che l’appendice umana non è un organo vestigiale, come venne affermato inizialmente.75
In breve, la ragione per cui molti pensarono davvero che l’appendice fosse un organo vestigiale, è dovuta al dogmatismo di Darwin e dei suoi seguaci, ma anche al basso livello delle conoscenze scientifiche del tempo. Con i primitivi microscopi allora disponibili, non era possibile esaminare il tessuto linfatico dell’appendice, e dato che non si riusciva a capirne la struttura, si preferì dichiararla un organo inutile e includerla nella lista degli organi vestigiali privi di qualsiasi funzione. Ancora una volta, il darwinismo fu avvantaggiato dal poco evoluto livello scientifico esistente nel XIX secolo.
Questa trattamento fu esteso anche a tutti gli altri organi inclusi nella lista di Wiedersheim. Solo con il passare del tempo, infatti, si capì che le tonsille, considerate vestigiali, hanno invece un importante ruolo nel proteggere la gola dalle infezioni, specialmente durante l’adolescenza. Si capì che l’osso della coda, alla base della spina dorsale, sostiene le ossa del bacino, e che se non fosse per questo, non ci si potrebbe sedere comodamente. Si capì inoltre che quest’osso è il punto dove gli organi e i muscoli della regione pelvica sono tenuti insieme.
Negli anni seguenti, si venne anche a sapere che il timo, considerato vestigiale, attiva le cellule-T e consente così al sistema immunitario di operare; che l’epifisi secerne importanti ormoni come la melatonina, che controlla a sua volta la produzione del progesterone; che la tiroide assicura un regolare sviluppo nei bambini e ha un importante ruolo nello stabilire l’andamento metabolico del corpo; e che la ghiandola pituitaria assicura il corretto funzionamento di svariate ghiandole ormonali come la tiroide, le surrenali, e quelle per la riproduzione, ed esercita anche un controllo sullo sviluppo dello scheletro.
Si è dimostrato che la piega a mezzaluna nell’angolo dell’occhio, che Darwin chiamò vestigiale, aiuta a tenere l’occhio pulito e lubrificato.
Oggi si è riconosciuto che gli organi, che in passato si affermava fossero vestigiali, hanno tutti invece delle funzioni ben definite. Nel loro libro "Vestigial Organs" Are Fully Functional [Gli organi vestigiali sono pienamente funzionali], i Dottori Jerry Bergman e George Howe spiegano questo fatto dettagliatamente.
Di conseguenza, è ormai accertato che il mito degli organi vestigiali, condiviso da così tanti evoluzionisti, è frutto dell’ignoranza. Nell’articolo dal titolo "Do 'Vestigial Organs' Provide Evidence for Evolution? [Gli organi vestigiali sono una prova dell’evoluzione?]", pubblicato sulla rivista Evolutionary Theory, il biologo evoluzionista S. R. Scadding scrive:
Man mano che la nostra conoscenza è aumentata, la lista delle strutture vestigiali è diminuita. […] Dato che non è possibile identificare inequivocabilmente delle strutture inutili, e poiché la forma dell’argomentazione utilizzata non è scientificamente valida, concludo che gli “organi vestigiali” non costituiscono una prova speciale della teoria dell’evoluzione.76
E sebbene ci sia voluto un secolo e mezzo per gli evoluzionisti prima di arrivare a questa conclusione, un altro mito deldarwinismo si è dissolto.
Nel suo libro del 1980 dal titolo "The Panda's Thumb [Il pollice del panda]," Gould suggerì che la mano di questo animale fosse “imperfetta”. Ulteriori ricerche scientifiche però, invalidarono tale affermazione e rivelarono che questa caratteristica del panda era in realtà funzionale al massimo grado. |
Stephen Jay Gould |
Come Dawkins, anche Gould scrisse a proposito di un esempio di caratteristiche “imperfette” – il pollice del panda.
A differenza della mano dell’uomo, quella del panda non ha un pollice opponibile, distinto dalla altre quattro dita, che gli permetta una facile presa degli oggetti. Le sue cinque dita vanno da un lato all’altro della mano. Ma in aggiunta a queste cinque dita parallele, il panda ha anche una sporgenza, nel polso, chiamata “osso radiale sesamoide”. Il panda usa qualche volta questo osso come se fosse un dito, e pertanto i biologi lo definiscono pollice del panda.
Gould affermò che questo osso non era funzionale. Era così convinto dell’importanza di questa tesi che nel 1980 pubblicò un libro sull’argomento.
Proprio come l’affermazione di Dawkins, anche la tesi di Gould sulle caratteristiche imperfette era però sbagliata. L’errore di Gould consisteva nel paragonare la mano del panda a quella dell’uomo, presumendo che il pollice del panda avesse la stessa funzione di quello dell’uomo. Su questo concetto, Paul Nelson ha così commentato:
Sebbene il pollice del panda possa non essere il più adatto per certi compiti (ad esempio per dattilografare), appare però adeguato per quella che sembra la sua consueta funzione, ovvero strappare i germogli dalla corteccia dei bambù.77
Gli autori del libro The Giant Pandas of Wolong [I panda giganti del Wolong] commentano così:
Abbiamo dimostrato che la mano del panda gigante ha una capacità di afferrare le cose con molta più delicatezza di quanto sia stato constatato in precedenti modelli morfologici.80
In breve, si è provato che le affermazioni fatte dagli evoluzionisti negli scorsi 150 anni sugli “organi vestigiali” e sulle “imperfette” caratteristiche biologiche si sono tutte rivelate false, dopo un più attento esame delle strutture stesse.
Gli evoluzionisti non possono illustrare le origini di nessuna struttura biologica in natura, e tutte le loro obiezioni alla spiegazione di queste strutture nei termini della realtà della Creazione si sono dimostrate invalide.
Per questa ragione possiamo dire che vi era una volta un qualcosa chiamato darwinismo che affermava che le cose viventi fossero piene di organi “imperfetti” o “vestigiali”.
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