Nella seconda metà del XX secolo, come si è visto nell’ultimo capitolo, il mito degli organi vestigiali cominciò a crollare. Gli organi che dapprima si pensava fossero inutili si rivelarono capaci di importanti funzioni, e il mito divenne insostenibile. Ma gli evoluzionisti, non volendo rinunciare alla propaganda resa possibile proprio con tale mito, ne offrirono una nuova versione, che affermava che alcuni dei geni contenenti il codice genetico degli organi, ma non gli stessi organi, fossero vestigiali. Questo nuovo concetto, che prese il posto di quello degli organi “vestigiali”, fu reso noto come “DNA spazzatura”.
Adesso esamineremo come il mito del DNA spazzatura è nato e com’è stato screditato.
Spesso ci si riferisce a questa gigantesca catena molecolare, posta all’interno delle cellule degli esseri viventi, come se fosse una banca dati, a causa delle informazioni genetiche che contiene. Nello stesso tempo, questa molecola contiene un codice genetico che determina come questi dati vengano impiegati nelle attività del corpo. Come già spiegato in dettaglio nei precedenti capitoli, ogni tentativo degli evoluzionisti di spiegare le origini della molecola del DNA non ha avuto successo, e si è infine accertato che i dati in essa contenuti non possono aver cominciato a esistere per caso. La molecola del DNA è chiaramente un esempio di una Creazione superiore.
Le parti speciali del DNA con cui vengono codificate le nostre caratteristiche fisiche e attività fisiologiche sono chiamate geni. I geni svolgono un ruolo nella sintesi delle varie proteine, e così viene assicurata la nostra sopravvivenza. Ma la totalità dei nostri geni costituisce solo circa il 10% del nostro DNA. Al rimanente 90% ci si riferisce come “DNA non codificante”, dato che non gestisce la produzione di alcuna proteina.
Il DNA non codificante può essere categorizzato in sottogruppi. Alle volte, lo si trova strizzato tra i geni, e in quel caso viene chiamato introne. Un altro genere, chiamato DNA ripetitivo, è formato da sequenze ripetute di nucleotidi per tutta la lunghezza della catena. Se i nucleotidi di un DNA non codificante fossero disposti in un modo simile a quello delle serie complesse in un gene, invece che in serie ripetitive, allora sarebbe chiamato pseudogene.
Gli evoluzionisti hanno raggruppato questi segmenti non codificanti di proteine dandogli il nome sui generis di “DNA spazzatura”, asserendo che si tratta di residui non più necessari al cosiddetto processo evolutivo. Un comportamento senz’altro illogico. Solo perché questi segmenti non sono parte del processo di codificazione delle proteine, non significa che non abbiano alcuna funzione. Certo, per capire di quali funzioni sono responsabili, dobbiamo attendere i risultati degli esperimenti scientifici che si dovranno fare su di essi. Ma il pregiudizio evoluzionista, con le sue antiquate e fuorvianti affermazioni sul DNA spazzatura, ha impedito che questa logica diventasse di dominio pubblico. Specialmente negli scorsi dieci anni, la ricerca ha dimostrato che gli evoluzionisti hanno torto e che le loro affermazioni sono immaginarie. La parte non codificante del DNA non è “spazzatura”, come affermano gli evoluzionisti, ma al contrario è ora considerata un “tesoro genomico”.82
Paul Nelson, che ha ottenuto il suo dottorato alla Chicago University, è uno dei maggiori esponenti del movimento antievoluzionista. In un suo articolo dal titolo "The Junk Dealer Ain't Selling That No More [Il dispensatore di spazzatura non la vende più]," egli descrive il crollo della teoria evoluzionista del DNA :
Hubert Renauld e Susan Gasser, dello Swiss Institute for Experimental Cancer Research, fanno notare che, nonostante la significativa presenza dell’eterocromatina nel genoma (fino al 15% nelle cellule umane, e circa il 30% nelle mosche), questo è stato spesso considerato “DNA spazzatura” senza alcuna utilità per le cellule.85
Ma gli ultimi studi in ordine di tempo hanno rivelato che l’eterocromatina svolge alcune importanti funzioni. Emile Zuckerkandl, dell’Institute of Molecular Medical Sciences, ci tiene a dire che:[[…] [Se] si uniscono insieme dei nucleotidi (coppie di base del DNA) che individualmente non sono funzionali, si finisce con l’ottenere un quantitativo di nucleotidi che sono invece collettivamente funzionali. I nucleotidi che appartengono alla cromatina ne sono un esempio. Malgrado tutte le discussioni che si sono fatte in passato a favore del considerare l’eterocromatina come spazzatura, molte persone attive in questo campo, non hanno più dubbi che questa abbia un ruolo funzionale. […] I nucleotidi da soli possono anche essere spazzatura, ma presi insieme sono oro.86
Una di queste funzioni “collettive” dell’eterocromatina la si può constatare nell’accoppiamento meiotico. Nel contempo, gli studi sui cromosomi artificiali dimostrano che questi segmenti di DNA hanno svariate funzioni.87
Caratteristicamente, questi organismi si presentano in una grande varietà di dimensioni. Ma anche così, resta sempre una diretta proporzione tra la grandezza del loro nucleo e quella dell’intera cellula.
Vedendo la proporzione tra la quantità di DNA non codificante e la grandezza del nucleo, i ricercatori arrivarono alla conclusione che un quantitativo più grande di DNA non codificante fosse una necessità strutturale nei nuclei più grandi. Le conclusioni di questa nuova ricerca hanno inferto un forte colpo ai concetti di DNA spazzatura e di DNA “egoista”, che si oppongono alla realtà della Creazione.88 I ricercatori concludono il loro rapporto, dicendo:
Dapprima, gli evoluzionisti pensarono che gli introni non avessero alcun ruolo nella produzione delle proteine, e li considerarono come mera spazzatura. Le ricerche, tuttavia, hanno fornito le prove che gli introni hanno un ruolo di vitale importanza, e oggi vengono riconosciuti come “un complesso misto di DNA differenti, molti dei quali sono vitali per la vita delle cellule”.95
Un breve ma interessante articolo nella rubrica scientifica del quotidiano The New York Times ha evidenziato gli errori degli evoluzionisti riguardo gli introni. Nel pezzo "DNA: Junk or Not? [Il DNA è o non è spazzatura?]," C. Claiborne Ray riassume i risultati della ricerca sugli introni:
Tutti questi sviluppi non solo forniscono nuove informazioni sul DNA non codificante, ma evidenziano anche, chiaramente, che il concetto del DNA spazzatura, sostenuto dagli evoluzionisti, era basato sulle scarse conoscenze e sull’“ignoranza”, come è stato ammesso da Evan Richler.97
Il prefisso pseudo significa: “falso, illusorio”. Gli evoluzionisti hanno dato il nome pseudogene d un segmento del DNA prodotto da un gene funzionale che aveva apparentemente subito una mutazione, e pertanto perduto la sua funzionalità. Gli pseudogeni hanno una speciale importanza per gli evoluzionisti, i quali, tacendo di sapere bene che le mutazioni non portano ad alcuna evoluzione, hanno però deciso di usare gli pseudogeni per ingannare le persone.
Innumerevoli esperimenti sugli esseri viventi hanno dimostrato che le mutazioni portano sempre a una perdita di dati genetici. Come una serie di colpi di martello vibrati a casaccio su un orologio non ne miglioreranno certo il funzionamento, così le mutazioni nei geni non hanno mai portato allo sviluppo di nuovi organismi, né all’evoluzione di quelli già esistenti. Sebbene la teoria dell’evoluzione si basi su un aumento dei dati genetici, le mutazioni ne riducono il numero e li distruggono. Sempre.
Gli evoluzionisti, non disponendo neanche di un solo esempio a sostegno della loro teoria, hanno presentato gli pseudogeni come sottoprodotti di un fantomatico meccanismo funzionante all’interno di un immaginario processo evolutivo. Hanno affermato che questi segmenti, presumibilmente inutili, di DNA sono “fossili” molecolari della cosiddetta evoluzione. L’unico punto a sostegno di tale affermazione era che si ignorava se questi geni avessero o meno una funzione.
Questo, però, fino al 1 maggio 2003.
Ovvero quando la rivista Nature pubblicò uno studio dimostrante la funzionalità degli pseudogeni. In una lettera dal titolo “An expressed pseudogene regulates the messenger-RNA stability of its homologous coding gene [Uno pseudogene espresso regola la stabilità RNA dei messaggi dei geni codificanti suoi omologhi]”, i ricercatori descrissero le loro osservazioni su dei topi preparati per un esperimento.98 Secondo le informazioni da loro fornite, si verificarono delle mutazioni fatali in un gruppo di topi transgenici a seguito di cambiamenti genetici negli pseudogeni chiamati Makorin1-p1. Nei topi furono riscontrati reni policistici e deformità delle ossa.
Si comprese perché un cambiamento nella disposizione di un pseudogene avesse portato a tali disastrosi effetti negli organi dei topi: uno pseudogene non è solo funzionale, ma è anche necessario.
Un articolo nella rivista Nature, dove veniva valutata questa ricerca, affermava che questa scoperta metteva alla prova la credenza popolare degli evoluzionisti, per i quali gli pseudogeni erano semplicemente dei “fossili molecolari”.99 Ed è così crollato un altro dei miti evoluzionisti.
Appena tre settimane dopo la rivelazione che gli pseudogeni, dopotutto, hanno una funzione biologica, in uno studio pubblicato nell’edizione del 23 maggio 2003 della rivista Science, venne sferrato un altro duro colpo all’idea del DNA spazzatura,100 con la rivelazione di un’altra funzione del DNA non codificante. Agli evoluzionisti, venuti a conoscenza di tutti questi sviluppi, non rimase altro da fare che rendersi conto che era venuto il momento di considerare “spazzatura” il loro concetto di DNA spazzatura. Il titolo “Not Junk After All [Dopotutto non è spazzatura]” di un articolo di Wojciech Makalowski, della Pennsylvania State University , illustra bene questo cambiamento. Makalowski riassume la situazione con queste parole:
Ma, come è stato qui descritto, l’ultima affermazione di “vestigialità” - il DNA spazzatura appunto – fa ormai parte del passato, e questo ultimo sussulto di darwinismo è stato anch’esso screditato.